morte|rinascita|rigenerazione

24|25|26 luglio 2020 a Fosdinovo (MS).

Inizio laboratorio: da venerdì 24 ore 20 a domenica 26 alle 21, con performance finale nelle vie di Fosdinovo (MS)

Materiale da portare: tappetino, vestiti comodi, scarpe da ginnastica, una canzone


Un percorso senza soste composto da esercizi e da un continuo flusso di improvvisazioni e di incontri, varcando i confini spaziali stabiliti sia fisici che emotivi. Attraverso un metodo teatrale basato sulle azioni fisiche, sui sensi del corpo e sulla ricerca delle emozioni, creeremo una performance che porteremo fuori dalla sala. Andremo in strada più volte, sconfineremo nel bosco, lavoreremo sotto la luna.

Finiremo con una perfomance d’insieme, stando attenti a tutte le leggi sul distanziamento sociale per il Covid.


L’idea

“Una stanza immaginaria che si trova in una posizione indefinita tra il cielo e la terra, si dice sia il modo originario per rappresentare il concetto di Ma. Immaginiamo simultaneamente sia l’incertezza spaziale che quella temporale: la stanza non è né in un luogo né nell’altro, è in uno spazio indescrivibile”. Noi siamo lì, siamo al terzo piano


Pensiero – il nostro “Ma”

Nella cultura giapponese si può dire che “tutto” e “vuoto” coincidano, senza incorrere in un errore logico. Se in Occidente, sulla scia del pensiero greco, si è radicata l’idea della paura del vuoto, e quindi un’idea negativa, privativa del vuoto, come il nihil latino, che è assenza, nulla negativo.

In Oriente il vuoto è considerato come la condizione a priori perché il pieno possa esistere e operare. Secondo le filosofie taoista e zen, il vuoto è considerato come lo spazio necessario perché il soffio vitale possa agire in un flusso continuo.

Non è da ritenersi un vuoto assente, statico, immobile, ininfluente sull’insieme, ma un “vuoto utile”, ricco di potenzialità espressive, attivo e fondamentale. È l’elemento spaziale e temporale all’interno del quale gli esseri “pieni” vivono e agiscono: senza di esso i fenomeni sarebbero condannati alla staticità e immobilità, e non potrebbero trasformarsi e procedere.

La parola, il pensiero razionale e gli studi dottrinali non possono far arrivare alla verità ultima, che si può cogliere solamente in una folgorazione improvvisa e spontanea, quando ci si immerge totalmente nel vuoto più profondo.


Il percorso

è il primo laboratorio dopo la pandemia

è il processo creativo nato in solitudine

è il fiore che nasce nel cemento

Il percorso sarà composto da momenti di solitudine in cui effettuare una ricerca sul nostro “io” scavando alla radice di cosa possiamo dire e dirci; momenti dove l’incontro con l’altro, con lo spazio e il tempo saranno i punti focali per essere condotti verso direzioni nuove e altri momenti dove ascolteremo la risonanza del vissuto e la nostra storia diventerà il motore inarrestabile per una narrazione spontanea.

L’intenzione è quella di vivere ogni minuto senza sprecare un momento

Ci sarà spazio per incontrasi, per far morire i pensieri, farli rinascere e poi alimentarli

Laboratorio teatrale alla ricerca del nostro “Ma”, ricercheremo la parte viva del nostro attore, del nostro essere vivi riempiendo lo spazio vuoto e svuotandolo.

Portatevi abiti comodi, un tappetino, una canzone e scarpe da ginnastica.


La perfomance

Sarà frutto di quello che avremo creato,sarà in strada,sarà un atto empatico d’incontro con noi stessi e con la vita. Sarà un dono che a distanza faremo al paese che ci ospita,alla voglia di vivere.


 Costi

70 euro compreso vitto e alloggio

Per iscrizioni gio.berretta@libero.it oppure 3385832027


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