Chi è che sta apparecchiando la tavola? È un uomo o una donna? È felice o dice di esserlo?

Uno strano personaggio si aggira per le stanze buie del suo mini arredato. Una casa povera, mal combinata, disordinata, sporca, senza gusto. Un po’ kitsch. Un po’ come la sua vita. Un po’ ridicola, ecco tutto. Teresa parla, si trucca, si allena, fa training, fa yoga,  fa il karaoke. Vive esistenze che non sono le sue, confondendo e confondendosi. Teresa è un uomo. È un attore. Avrebbe voluto fare film, calcare i grandi palcoscenici, imparare a memoria i grandi monologhi del passato … e poi?

Nella lotta darwiniana per l’autorealizzazione c’è chi vince e c’è chi perde, chi sfida la sorte e chi s’arrende, chi s’affanna e chi fa un passetto di troppo. Chi si mette un po’ troppo rossetto.  Lo strano personaggio che si aggira in cucina è tutto questo: è la metafora di un mondo, di una città, di una via, di un sogno in declino, la maschera grottesca e ridicola dei propri desideri rimasti chiusi nel cassetto.

Attraverso il racconto tragicomico della sua ultima giornata, vedremo se è sempre vero che sono i migliori alla fine a sopravvivere: Madre Teresa di Via Margutta parla di tutte quelle persone che non sono riuscite ad emergere.

scritto da Aniello Nigro

con Andrea Dellai

regia Tommaso Franchin

una produzione exvUoto teatro

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