E’ nel piccolo spazio di una tavola imbandita che si consuma il gioco della solitudine; un corpo che si fa atto , decostruisce la propria immagine attraverso l’immaginario edonistico, erotico. Nell’azzardo delle pulsioni provoca,con segni energetici, delle libere associazioni nello spettatore. Il suono evoca atmosfere, consegna informazioni , sottolinea il ritmo della scena, stimola le immagini.

Un breve testo apre il gioco scenico, tratto dalle Botteghe color cannella di Bruno Schulz, ci introduce alle stanze segrete e dimenticate dove si esplora la propria intimità lontani da occhi indiscreti ; una visione voyeuristica per il pubblico e un viaggio di purificazione per l’attore. Nessuna espansione dei gesti, nessuna concessione al drammatico, solo una serie di azioni che da abituali si trasformano in rituali in una atmosfera decadente e onirica.

La condizione della solitudine in un gioco al massacro.

Performance di Teatro Alchemico

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