Davide (Notarantonio) fa parte di Ordinesparso da moltissimo tempo, fin quasi dalle sue origini, portando un coloro molto distintivo all’interno di tutto il gruppo. Qui di seguito vi presentiamo la sua storia e le sue parole:

Alias

Cabaret

Estetica della variabile

Estetica della variabile

Igor

Il piccolo Principe

La Stanza oltre lo specchio

Cosa diresti a una persona indecisa se iniziare o meno questo percorso?

Niente. Sono dell’idea che ognuno debba entrare in sala e trovare da se le motivazioni per starci, capire se è affascinato o meno, capire, onestamente, se è una cosa che fa stare bene o meno. È un percorso facoltativo e personale, quindi si sta perché e fino a quando se ne ha voglia. Non sono un motivatore e infatti quando mi sono trovato a fare un corso lato ‘insegnante’ alle volte questa cosa ha spiazzato chi avevo davanti; faccio di tutto, nei miei limiti, per dare gli strumenti per stare e divertirsi, per portare una persona nella dimensione teatrale e creativa, ma poi se e quando uno vuole andare io non lo trattengo, anzi, gli apro la porta. E non è detto che uno abbia più voglia di uscire a quel punto.

In quale momento ti sei sentito più vivo?

Nel percorso teatrale che ho fatto, che dura da circa 20 anni, tutto quello che è successo mi ha dato vita, dall’incontro con tutti gli amici insieme a cui abbiamo dato fiato alla Compagnia degli evasi, all’altrettanto felice e duraturo incontro con Giovanni, Laura e tutto Ordinesparso, fino al mio percorso personale con il cabaret, sia da solo che insieme a Simone, e poi Giancarlo, Mattia, Pamela e gli ‘Sgabei’ o ancora le esperienze in video con Massimo e qualche apparizione in tv, o l’esperienza come ‘conduttore’ di una stagione a Castè. Non saprei quale momento -di tutte le cose vissute e di tutti gli spettacoli fatti- mettere sul podio, è tutto pari e tutto al primo posto.

Qual è la difficoltà maggiore che pensi di aver superato?

Essere ‘uscito’ da un gruppo per rimanerci, sono un po’ zingaro e allo stesso tempo radicato. Quando capita di uscire da un percorso ‘stabile’ con un gruppo di teatro sembra sempre, per chi resta, che vuoi mandare tutto all’aria, sguardi torvi e di traverso. Ma il bisogno è solo quello di cambiare un po’ aria, raccogliere energie altrove, e tornare a reinvestirle, è uno scambio fra tante esperienze diverse, funziono così. In fondo non è il mio mestiere e la cosa che mi piace di più è assaporare i vari generi e gruppi senza vincoli, cercando di rispettare e dare il mio contributo a tutti come scambio per le esperienze e le energie che ‘rubo’.

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