La rassegna teatrale NIN – Nuove Interpretazioni è un rito meraviglioso che si ripete. Una commemorazione per tenere viva la fiamma del teatro di ricerca (significa che possiede e privilegia il laboratorio; un luogo protetto dove l’attore può conoscere e sviluppare la sua umanità più profonda per poter proporre il suo essere uomo e artista agli altri, così viene definito da Teatrocontinuo) e la figura dell’uomo che ha reso grande questo modo di sperimentare le forme teatrali: Nin Scolari.

Nin è stata una persona capace di attrarre, scoprire ed insegnare; raccontare l’esistenza attravero il teatro. Il risultato delle sue forme teatrali è  stato l’avvio di un vero e proprio “teatro antropologico” che ha come scopo principale quello di coinvolgere attivamente il pubblico per esperienze sempre nuove.

Parlando di Nin non si può non citare la sua creatura, il risultato dei suo grandi sforzi, ovvero Teatrocontinuo. Nasce nel 1975, grazie a lui e a Luciana Roma, ed ha come punti di riferimento i Padri Fondatori della prima metà del secolo XX: da Stanislavsky a Brecht. L’incontro, nel 1981, con Jerzy Grotowski influenzò molto le linee guida del Teatro sperimentale di Scolari. Proprio dal sito di Teatrocontinuo vengono descritte le linee guida del teatro di Nin:

creare un luogo di lavoro, quasi un’isola dove un gruppo di persone possa continuare a formare e trasformare la propria poetica teatrale, privilegiando sempre e in maniera assoluta il lavoro interno di sala, ritenendo il processo artistico più importante dello spettacolo finito, che non va esibito ma deve esprimersi da sé nella coscienza dello spettatore.

mantenere la struttura della rappresentazione come evento di interazione tra questo microcosmo di artisti e lo spettatore.

sostenere il valore delle forme narrative e gestuali come linguaggi possibili della comunicazione tra gli esseri.

Il mondo è in continuo movimento così come il Teatro di Ricerca muta costantemente: “Dovunque si sia andati, verso nord o verso est, il miraggio è sempre lì, immutabile, affascinante, e ci obbliga a metterci in cammino nel tentativo di raggiungerlo, ma non è importante arrivarci, il significato dell’azione si esprime nell’andare, nel procedere, e in questo lasciare un impronta, una traccia che altri potranno vedere e, volendo, scegliere di incamminarsi in quella stessa direzione, verso quello stesso miraggio, così che quelle orme imprecise diventino un sentiero“.

 

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